La storia di Franco è segnata dal numero 7, da quando indossava la maglia numero 7 nella squadra del Bacigalupo di Torino, dai 12 ai 20 anni, il 7 diventa un simbolo importante nella sua vita.
Nel 1977, parte con una valigia verso Copenaghen, dando inizio a un percorso che gli porterà tante gioie e soddisfazioni.
Solo dopo sette mesi, un angelo scende sulla terra e prende la sua mano, diventando parte integrante della sua vita. Questo angelo si chiama Jane e regala a Franco tre magnifici figli che, a loro volta, lo rendono nonno per ben quattro volte.
Tornando alla sua vita in Danimarca, il 21 maggio 1994, a sorpresa un giorno senza il numero 7, nasce il Jazzcafé Divino: questo è il momento in cui realizza il sogno di avere un jazz club per organizzare concerti, unendo la tradizione culinaria italiana e la passione per la musica jazz. Con l’avvicinarsi dei 30 anni di attività, il prossimo anno sarà un momento di grande celebrazione per questa realizzazione.
Ma c’è un’altra passione che brucia nel cuore di questa persona, forse anche la prima: il Milan. Questo amore per la squadra rossonera gli è stato trasmesso dal padre fin da giovane, ed è un amore che ha condiviso con i suoi figli.
È così che, ogni volta che torna a San Siro, Franco si rivolge al padre con gratitudine per averlo allevato con i colori del Milan nel cuore.
Il cuore, che non è solo rossonero, è anche molto generoso e periodicamente aiuta e sostiene le persone più in difficoltà: all’inizio della guerra in Ucraina, ha cercato di raccogliere fondi vendendo delle magliette legato al jazz club e che, grazie alla generosità dei danesi, gli hanno permesso di raccogliere circa 1.500 euro che ha voluto devolvere all’iniziativa di Fondazione Milan.
Un gesto che, per Franco, è una preghiera affinché la guerra possa terminare al più presto e che si aggiunge all’augurio di poter tornare presto a San Siro insieme a tanti vecchi e nuovi amici, “sotto il nostro cielo”, quello rossonero.